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Macellazioni II

 1959
 55 x 75cm
Macellazioni II

Questo dipinto, dal taglio piccolo e realizzato con rigorosa formalità, ci mostra il “theatrum mundi” rurale. La testa del porco appesa alla croce di S. Andrea penetra l’immagine dall’alto, mentre sotto di essa una gallina si ciba con disinteressata insensibilità. Il gatto, solo ed immobile come il senso del rimorso, sembra voler chiudere gli occhi davanti all’orrore. Ritto ed autorevole – il giudice, che nessuna sciagura può impressionare – il gallo completa il lato sinistro del dipinto. La sua cresta è colorata come un talare signorile, il rosso acceso del sangue che gocciola dall’animale ucciso è in questo caso nuovamente utilizzato per contrassegnare la forza sulla quale non si può agire. Pare come se questo dipinto, al ricordo di “Ecce Homo”, voglia rispondere con “Ecce Mundo – così è il mondo”.

Dal punto di vista della composizione questo dipinto sembra essere il modello ideale per la raffigurazione dello spazio secondo Werner Berg. L’estrema deferenza – nessun animale e nessun oggetto sono completamente raffigurati – induce lo spettatore ad entrare nella situazione dando a questo piccolo quadro una grandezza monumentale.

La compostezza e il relativo “ritaglio”dei bordi del dipinto in punti apparentemente casuali rendono la raffigurazione così monumentale. Questa è da una parte messa in tensione con le dimensioni relativamente ridotte del dipinto, mentre un altro stato di inquietudine si crea tra il carattere mastodontico e l’indole quotidiana dei temi. A questo proposito, un ulteriore strumento stilistico è rappresentato dalla casualità del ritaglio. Molti dipinti di Werner Berg raffigurano un ritaglio dalla realtà come se fosse stato scelto casualmente, restando però parte dell’insieme – dell’universo.